Segnaliamo un bell'articolo uscito su Repubblica
Sentieri di guerra in tempo di pace
L'avevano mandato lassù, sulle montagne, a sparare al nemico. Ma Eugenio Montale, come molti poeti, non amava la guerra. Aspettava la notte, "quando tacevano gli spari", tirava fuori il taccuino e scriveva. Una delle sue poesie porta il titolo del posto dove stava, Valmorbia, un paesino del Trentino, durante la Prima guerra mondiale. Ma il poeta non scrive di battaglie. Né di atti eroici. Né del freddo, della fame, della fatica. Quasi per reazionea quella violenza, il poeta si abbandona all'incanto del paesaggio di quella terra "dove non annotta". E parla di "fioriti nuvoli di piante, di notti chiare che erano tutte un'alba e portavano volpi alla mia grotta". Quell'incanto è rimasto intatto sulle montagne del Trentino. Come sono rimaste le cicatrici di quel conflitto: i forti, le trincee, le mulattiere, i camminamenti, le fortificazioni, i reticolati, le gallerie nella roccia. Solo che oggi, per fortuna, non si spara più.E quei sentieri di guerra sono diventati sentieri di pace. Leggi articolo
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