domenica 9 giugno 2013

Rassegna stampa, Don Andrea trasferito, la valle si ribella

Don Andrea trasferito Vallarsa contro la Curia

Il giovane parroco a settembre passerà a un nuovo incarico, ma gli anziani si oppongono. Rossaro (Casa di riposo): «Vogliamo un incontro con il Vicario»




      VALLARSA. Sono bastate poche ore, dopo il consiglio pastorale di mercoledì sera, perché la notizia si diffondesse. Con il ritmo con cui le notizie, quelle ritenute importanti come questa, si propagano nei paesi di montagna. Al risveglio, ieri mattina in Vallarsa non si parlava d’altro: «Don Andrea se ne va, ce lo portano via». Questa la frase ripetuta da tutti al bar, in cooperativa, nelle piazze dei paesi. Don Andrea Fava, il giovane prete della valle, da settembre lascerà le otto parrocchie della valle per una nuovo incarico.
      L’annuncio ha lasciato di sasso i valligiani, i fedeli in primo luogo, ma anche chi la Chiesa la frequenta poco. Perché dal 2008, anno in cui è arrivato in Vallarsa, don Andrea ha saputo conquistare grazie alla sua semplicità e simpatia proprio tutti da un capo all’altro della valle, che a bordo della sua panda o in sella alla sua bicicletta percorre senza sosta tutti i giorni. Di un possibile trasferimento si vociferava da un po’, la Vallarsa per don Andrea è la prima parrocchia e i preti giovani non rimangono mai troppo tempo in un luogo. Maggio, il mese d’abitudine destinato alle “manovre” di questo tipo dalla Curia, però, era passato e tutti si erano tranquillizzati. Per questo l’annuncio che in autunno “il don” sarà il parroco di Storo è arrivato come una doccia fredda.
      Ieri, mentre nei paesi si è cominciato a parlare di scrivere in vaticano, raccogliere firme e fare petizioni per chiedere alla Curia di cambiare idea, don Andrea era al mare. In spiaggia non a prendere il sole, ma con tanto di paramenti liturgici a celebrare la messa (e poi in costume per passare una giornata in allegria) per gli ospiti della Casa di Riposo e degli alloggi protetti di Vallarsa in soggiorno a Jesolo. E proprio gli anziani, con cui il parroco è abituato a pranzare ogni giorno da 5 anni, sono stati i primi a ribellarsi alla notizia. Di rinunciare a fare due chiacchere o una preghiera con il giovanotto (Don Andrea è del 1976) che ogni giorno si siede a tavola con loro non vogliono sentire parlare. «Non possono trasferirlo – spiega Giuseppe Rossaro, presidente dell’Apsp “Don Giuseppe Cumer” facendosi portavoce degli ospiti della struttura di Raossi e del loro smarrimento -. Don Andrea è troppo importante nella vita della valle. E’ stato capace di creare un equilibrio che senza di lui potrebbe venir meno. Andremo a parlare con chi di dovere per spiegare che questo trasferimento, ora, non si può fare. Abbiamo già chiamato il Vicario, vogliamo incontrarlo per spiegargli le nostre ragioni».

      Trentino, 7 giugno 2013

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      Vallarsa in subbuglio: «Don Andrea rimanga»

      Le otto parrocchie della valle si mobilitano per il giovane parroco trasferito É nata anche una pagina su Facebook: subito un centinaio di iscritti



          VALLARSA. Quando Don Camillo fu trasferito da Bresciello in un paesino di montagna, i vecchi del paese sul Po smisero di morire, i bimbi non volevano più nascere e le coppie sposarsi finchè non fosse tornato il loro parroco.
          In Vallarsa forse non andrà proprio così, ma quando è piombata la notizia che don Andrea Fava sarà trasferito a Storo, i vallarseri non ne sono certo rimasti felici. E se magari non si arriverà a “ciapar el Vescovo per el coleto” come minaccia qualcuno più irruento, fedeli e non fedeli in valle sono già in subbuglio. Che non sarebbe rimasto per sempre, in fondo al cuore, lo sapevano tutti, ma ognuno sperava che la vita di questo ragazzo di Torbole diventato vallarsero a tutti gli effetti, andasse avanti a lungo nella canonica di Parrocchia. Invece, la doccia fredda è arrivata prima del previsto. Dopo cinque anni, dalla curia è arrivato il trasferimento. Dura e unica la risposta della gente in valle: don Andrea deve rimanere qui. Le conseguenze del trasferimento paiono ben più gravi. Sembra infatti che a succederlo non sarà un altro giovane parroco ma un sacerdote collaboratore che vivrà in valle, farà le Messe, ma dipenderà dalla parrocchia di S.Maria.
          Così le 8 parrocchie di Vallarsa, dopo un lungo cammino per raggiugere l'Unità pastorale, rischiano di venir di colpo “subappaltate” a Rovereto. E questo ai vallarseri non va giù anche perchè l'ipotesi porterà - è facile pensare - ad una diminuzione delle funzioni religiose. Con spostamenti più gravosi per i fedeli delle frazioni più distanti da Parrocchia.
          Così in Vallarsa monta la protesta. Oltre alla casa di riposo che sta pensando di mettersi di traverso per non abbandonare l’amico sacerdote, tanti sono i fedeli che si stanno mobilitando, anche sul web. Su Facebook, per esempio, è nata una pagina “Don Andrea deve restare in Vallarsa” che piace già a un centinaio di navigatori.
          Tra i commenti a chi ha portato in rete la notizia, qualcuno che minaccia di bombardare di email la curia che «non vuol bene a Vallarsa».
          Altri pensano addirittura di scrivere in Vaticano. Visto l’ottimo rapporto instaurato in 5 anni con don Andrea, in Vallarsa saranno in pochi a rimanere in silenzio. Per far tornare don Camillo, andò il consiglio comunale (rosso) guidato da Peppone, col cappello in mano, a parlare al vescovo. Il sindaco Gios oltre ai baffi (come l’indimentabile Gino Cervi) ha anche la barba e una certa fama nelle battaglie “civili”, ma sarà dura anche per lui convincere monsignor Bressan a far rimanere don Andrea in valle.

          Trentino, 8 giugno 2013

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