Ravina di Trento,
Sabato 1 dicembre 2012
Sindaci, assessori e consiglieri, in
rappresentanza dei rispettivi comuni dichiarano che:
§ rientra
nei loro obiettivi arrivare a gestioni efficaci ed efficienti dei servizi svolti dalle amministrazioni comunali in quanto
miglioramenti delle procedure amministrative e riduzioni dei costi consentono
di garantire, anche in un periodo in cui
la spesa pubblica deve essere ridotta, un’adeguata qualità della vita per la
popolazione;
§ in tale logica vi è condivisione sulla necessità di adottare adeguate forme di
innovazione, anche istituzionale, salvaguardando
autonomia e ruoli di ogni livello di governo;
§ tali
obiettivi devono essere raggiunti attraverso meccanismi adeguati che consentano di perseguire contemporaneamente riduzione
dei costi, aumento della trasparenza dei processi decisionali, crescita della
capacità di autogoverno, chiara individuazione di responsabilità, ruoli e
compiti.
Se valutate in
funzione di tali obiettivi le gestioni
associate obbligatorie attraverso le comunità di valle, ivi comprese le
prospettate segreterie collegiali per i comuni sotto i 2.000 abitanti, sono del
tutto inadeguate e portano a risultati opposti a quelli che si dichiara di
perseguire (costi più alti, aumento della burocrazia, riduzione della
trasparenza dell’azione amministrativa, riduzione della possibilità di
individuare in maniera univoca i responsabili delle procedure e dei risultati).
Le simulazioni proposte dalla P.A.T. ipotizzano
una riduzione dei costi tra il 15% ed il 30%, ma le stesse non sono attendibili
in quanto le riduzioni sono ottenute senza considerare:
§ malattie e congedi nel tempo lavorato per ogni
figura professionale trasferita alla comunità;
§ tempi e costi delle trasferte del personale
accentrato presso la comunità;
§ maggiori costi conseguenti gli inevitabili aumenti
di indennità;
§ problemi organizzativi e costi aggiuntivi
derivanti al comune in conseguenza del trasferimento di funzioni attualmente
svolte, in un’ottica di flessibilità organizzativa, solo per una frazione
dell’orario di servizio;
§ costi aggiuntivi derivanti dal venir meno della
continuità di azione da parte del medesimo dipendente;
§ costi derivanti dall'esercizio delle funzioni
obbligatorie associate (strutture, arredi, ecc),
e
ipotizzando la sostituzione in percentuale irrealistica delle procedure
informatiche destinate alla consulenza diretta e al supporto alle esigenze dei
cittadini.
L'organizzazione
proposta comporta:
§ un aumento della
complessità burocratica, suddividendo il
medesimo servizio in numerose funzioni attribuite a enti diversi, tanto che le
procedure necessarie risulterebbero inevitabilmente più complesse di quelle in
uso attualmente;
§ una riduzione inevitabile
della trasparenza amministrativa, se non altro
perché diventerebbe molto più difficile ripartire i costi congiunti;
§
l'impossibilità
di individuare i responsabili del risultato in quanto il medesimo dipenderebbe dall’intervento di numerose figure
coordinate da persone diverse.
Riteniamo per contro che sia possibile un
modello alternativo che consente di raggiungere una riduzione dei costi,
una riduzione della burocrazia, un aumento della trasparenza dell’azione
amministrativa. Tale modello deve
partire dalla convinzione che ciascun soggetto cresce e diventa responsabile
se, definiti dei vincoli, può gestirsi responsabilmente nel rispetto della
Costituzione e dello Statuto d'autonomia.
A tal fine è necessario:
§ semplificare le procedure, non complicarle;
§ basarsi su valutazioni
complessive dei costi e non su analisi
incerte che prendono in considerazione singoli aspetti senza tener conto del
contesto generale;
§
partire
dalla convinzione che riforme che mortificano il ruolo di amministratori e
personale dei comuni non possono essere condivise e portano necessariamente al
venir meno della capacità di identificarsi con le istituzioni. Questa è l’unica garanzia, a lungo termine, per perseguire da un lato
sviluppo sostenibile e, dall’altro, il mantenimento e rafforzamento
dell’autonomia anche provinciale. Siamo infatti convinti che l’autonomia resti
solida se è generatrice d’autonomia.
Un modello
alternativo a quello attualmente imposto richiede allora:
§ la
definizione, con
metodologie adeguate, di costi standard
per le singole funzioni;
§ l’analisi
delle ragioni degli scostamenti e, ove questi non fossero giustificati da ragioni oggettive, l’obbligo di adeguamento in un contesto di
solidarietà fra comuni;
§ l’individuazione di obiettivi di risparmio accompagnati da meccanismi adeguati di verifica;
§ la
libertà per
le singole amministrazioni di scegliere la strada più idonea per
raggiungere tali obiettivi.
Tale strada in
alcuni casi potrà essere l’unione di comuni, in altri la gestione associata “a
geometria variabile”, vale a dire diversificata a seconda delle funzioni
considerate, in altri casi ancora coinvolgendo, su base facoltativa, le
comunità di valle.
Siamo convinti di
essere amministratori responsabili che intendono garantire il maggior benessere
possibile alle proprie comunità ricorrendo anche a una riduzione delle spese,
come del resto dimostrato nei fatti negli ultimi anni a fronte di un calo dei
trasferimenti delle risorse pari a oltre il 6%. Per questo diamo la nostra
disponibilità a concorrere, con la concretezza della nostra esperienza e la
conoscenza della realtà amministrativa che ci sono proprie, a definire un
modello alternativo di contenimento della spesa rispetto a quello che
attualmente ci vede soggetti obbligati.
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