I nostri vicini di casa, in Francia, l’acqua l’hanno privatizzata da qualche anno. E se ne sono pentiti. Ora stanno cercando di tornare indietro e ridare la gestione degli acquedotti alle municipalità.
L’esempio di Parigi è eloquente: dal 1985 nella capitale francese l’acqua era gestita da due colossi privati divisi in questo modo: sulla parte destra della Senna la Compagnie des Eaux de Paris (CEP) e sulla parte sinistra della Senna la Eau et Force (EF). Nel 2003 il comune ha scoperto che le due aziende, pur aumentando le tariffe, diminuivano la qualità del servizio. Così dal 31 dicembre 2009 non è stato più rinnovato il contratto e la gestione dell’acqua è passata ad una società a maggioranza pubblica. Nello stesso periodo nel nostro paese il parlamento approvava il decreto legge oggetto del referendum.
Ma cosa succederebbe in Vallarsa se l’acqua venisse privatizzata?
Se al referendum non vince il SI, dalla fine del 2011 l’acquedotto - oggi gestito in proprio dal comune - dovrebbe per legge andare in mano ad una azienda privata. In una realtà come la nostra ciò vorrebbe dire, per prima cosa, che le tariffe sarebbero riviste ed adeguate a quelle del fondovalle. Ma da noi l’acqua arriva nelle case per gravità, non ci sono spese di pompaggio come nei comuni di fondovalle. Chiaramente se l’azienda che gestisce la nostra acqua fosse la stessa che la gestisce nei comuni più bassi, le tariffe per noi sarebbero più che raddoppiate. Come fare? Come scelta politica, già nel nostro programma elettorale, abbiamo scelto di cercare in tutti i modi di tenerci l’acqua in Vallarsa. Il modo più semplice è quello di invitare tutti ad andare a votare SI al referendum. Inoltre è necessario informare le persone del voto, dato che in tv non passeranno spot. Il referendum sarà valido solo se verrà raggiunto il quorum, cioè se andranno a votare il 50+1% di aventi diritto. Se però al referendum vincesse il no oppure, come accaduto nelle precedenti consultazioni, non si raggiungesse il quorum, l’amministrazione si impegnerà a trovare una soluzione alternativa per tenere. E’ questa però una via che presenta molti più problemi, che si possono evitare andando a votare SI il 12 giugno.
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