Quando una serranda si abbassa è sempre una notizia triste.
Quando si abbassa la serranda dell’ultima attività economica in un pese è una
sconfitta per chi si dà da fare per mantenere abitata la propria terra e un
passo indietro nello sviluppo di una valle. Le serrande si stanno abbassando
sui due minimarket di Camposilvano e Obra, ultimi punti di riferimento per i
residenti delle frazioni della Vallarsa più lontane dalla città. Lo scorso anno
è stata la volta di un bar e un albergo. Anche se queste cose fanno poco
rumore, soprattutto vicino ai centri commerciali dove il rumore di fondo è
difficile da far andar via, sono piccoli segnali che fanno riflettere e
lasciano il sapore amaro soprattutto in chi si trova ad amministrare a livello
comunale la Vallarsa.
Non viene infatti da chiedersi come mai la scelta, drastica,
di chiudere. Viene da chiedere chi o che cosa ha dato la forza di poter
proseguire per diversi anni. Le difficoltà, comprensibili, vengono dalla gestione
di un negozio familiare, dove la famiglia ricomprende anche i clienti che ogni
giorno vengono a prendere il pane fresco e le poche cose necessarie. Più che un
lavoro, un atto concreto per garantire un servizio che aiuti chi resta e faccia
scegliere a qualcuno di restare.
Come amministrazione comunale, è arrivata come una doccia
fredda la notizia dalla stampa, che è stata preceduta di poco dalle voci di
paese di chi abita a Obra e Camposilvano. Non c’è stata una richiesta di aiuto
da parte del gestore ma probabilmente non serviva dato l’evidenza della
situazione. Il Comune da anni mette i locali gratuitamente, sedendoci a
tavolino si potrebbero trovare forse altre soluzioni che permettano di
sopravvivere qualche mese o qualche anno ma il problema, di fondo è un altro.
Il problema sta alla base. Sta nella ottusità di uno Stato e
di una Provincia che non considerano le diversità e le difficoltà della
montagna – di questa montagna - rispetto alla città. Così anche chi si impegna
in prima persona, sindaco e consiglieri, attività economiche, associazioni,
trova le mani legate e poco spazio di manovra perché, a discapito di quello che
viene proclamato in questi mesi di campagna elettorale, tutto viene assorbito
da un lento vortice di burocrazia che accentra tutto dove ci sono le persone,
nelle città. Allora si hanno gli standard di spesa, gli studi di settore sulle
attività economiche, l’accentramento in gestione di servizi perché “la
popolazione deve essere di 5000 persone per funzionare”. In montagna ci si va
in ferie, si va a cercare un bel paesaggio per mettere come sfondo alla pagina social del profilo. Una attività
economica a Obra di Vallarsa, a Riva del Garda o Rimini ha gli stessi standard
fiscali, gli stessi costi per il personale, gli stessi studi di settore. E i
contributi anche per negozi di montagna, paradossalmente, danno un maggior
reddito e quindi maggiori tasse. Un cane che si morde la coda.
Ma ad Obra il corriere consegna i pacchi il giorno dopo
quello previsto perché prima fa un colpo di telefono, sia mai che puoi
ritirarlo in città e risparmiare chilometri. Così per mantenere le attività
economiche in periferia spuntano le slot
machine, entrata sicura marchiata Stato, e si azzerano i guadagni con un
occhio alla fabbrica di città, sai mai che cerchi qualcuno da assumere. Neanche
le tariffe in carico diretto al Comune – come imis e rifiuti, poca roba – si
possono abbassare senza evadere dagli standard provinciali.
Chiudono le serrande dei negozi, e il lupo si avvicina
sempre più ai centri abitati. Ma il lupo oltre alla bestia è anche l’illusione
che tutto possa risolversi accentrando dove i servizi già ci sono, pensando che
un ipermercato nel capoluogo valga di più di un multiservizi a 1000 metri di
quota anche se questo è l’unica realtà a servizio di 50 abitanti. Se non si
guarda alle diversità, alle peculiarità della montagna, si svuota un territorio
che è e rimane alle spalle della città. E dove il silenzioso lavoro delle
persone che vivono la valle tutti i giorni fa la differenza in termini sociali,
ambientali e di qualità della vita. La chiusura del minimarket a Camposilvano e
Obra equivale a quella dell’ospedale per Tione ed è un altro tassello verso lo
spopolamento della montagna. La stessa montagna che è il motore del Trentino e
che tanto si proclama come valore senza che sia adeguatamente alimentato.
Per terre speciali ci vogliono politiche adatte, e
attenzioni particolari. Una strada in salita, come quella della montagna, ma
che va percorsa, e senza tentennamenti.
Massimo Plazzer
sindaco di Vallarsa
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