sabato 20 gennaio 2018

Quando una serranda si abbassa è sempre una notizia triste

Quando una serranda si abbassa è sempre una notizia triste. Quando si abbassa la serranda dell’ultima attività economica in un pese è una sconfitta per chi si dà da fare per mantenere abitata la propria terra e un passo indietro nello sviluppo di una valle. Le serrande si stanno abbassando sui due minimarket di Camposilvano e Obra, ultimi punti di riferimento per i residenti delle frazioni della Vallarsa più lontane dalla città. Lo scorso anno è stata la volta di un bar e un albergo. Anche se queste cose fanno poco rumore, soprattutto vicino ai centri commerciali dove il rumore di fondo è difficile da far andar via, sono piccoli segnali che fanno riflettere e lasciano il sapore amaro soprattutto in chi si trova ad amministrare a livello comunale la Vallarsa.

Non viene infatti da chiedersi come mai la scelta, drastica, di chiudere. Viene da chiedere chi o che cosa ha dato la forza di poter proseguire per diversi anni. Le difficoltà, comprensibili, vengono dalla gestione di un negozio familiare, dove la famiglia ricomprende anche i clienti che ogni giorno vengono a prendere il pane fresco e le poche cose necessarie. Più che un lavoro, un atto concreto per garantire un servizio che aiuti chi resta e faccia scegliere a qualcuno di restare.
Come amministrazione comunale, è arrivata come una doccia fredda la notizia dalla stampa, che è stata preceduta di poco dalle voci di paese di chi abita a Obra e Camposilvano. Non c’è stata una richiesta di aiuto da parte del gestore ma probabilmente non serviva dato l’evidenza della situazione. Il Comune da anni mette i locali gratuitamente, sedendoci a tavolino si potrebbero trovare forse altre soluzioni che permettano di sopravvivere qualche mese o qualche anno ma il problema, di fondo è un altro.

Il problema sta alla base. Sta nella ottusità di uno Stato e di una Provincia che non considerano le diversità e le difficoltà della montagna – di questa montagna - rispetto alla città. Così anche chi si impegna in prima persona, sindaco e consiglieri, attività economiche, associazioni, trova le mani legate e poco spazio di manovra perché, a discapito di quello che viene proclamato in questi mesi di campagna elettorale, tutto viene assorbito da un lento vortice di burocrazia che accentra tutto dove ci sono le persone, nelle città. Allora si hanno gli standard di spesa, gli studi di settore sulle attività economiche, l’accentramento in gestione di servizi perché “la popolazione deve essere di 5000 persone per funzionare”. In montagna ci si va in ferie, si va a cercare un bel paesaggio per mettere come sfondo alla pagina social del profilo. Una attività economica a Obra di Vallarsa, a Riva del Garda o Rimini ha gli stessi standard fiscali, gli stessi costi per il personale, gli stessi studi di settore. E i contributi anche per negozi di montagna, paradossalmente, danno un maggior reddito e quindi maggiori tasse. Un cane che si morde la coda.

Ma ad Obra il corriere consegna i pacchi il giorno dopo quello previsto perché prima fa un colpo di telefono, sia mai che puoi ritirarlo in città e risparmiare chilometri. Così per mantenere le attività economiche in periferia spuntano le slot machine, entrata sicura marchiata Stato, e si azzerano i guadagni con un occhio alla fabbrica di città, sai mai che cerchi qualcuno da assumere. Neanche le tariffe in carico diretto al Comune – come imis e rifiuti, poca roba – si possono abbassare senza evadere dagli standard provinciali.

Chiudono le serrande dei negozi, e il lupo si avvicina sempre più ai centri abitati. Ma il lupo oltre alla bestia è anche l’illusione che tutto possa risolversi accentrando dove i servizi già ci sono, pensando che un ipermercato nel capoluogo valga di più di un multiservizi a 1000 metri di quota anche se questo è l’unica realtà a servizio di 50 abitanti. Se non si guarda alle diversità, alle peculiarità della montagna, si svuota un territorio che è e rimane alle spalle della città. E dove il silenzioso lavoro delle persone che vivono la valle tutti i giorni fa la differenza in termini sociali, ambientali e di qualità della vita. La chiusura del minimarket a Camposilvano e Obra equivale a quella dell’ospedale per Tione ed è un altro tassello verso lo spopolamento della montagna. La stessa montagna che è il motore del Trentino e che tanto si proclama come valore senza che sia adeguatamente alimentato.

Per terre speciali ci vogliono politiche adatte, e attenzioni particolari. Una strada in salita, come quella della montagna, ma che va percorsa, e senza tentennamenti.



Massimo Plazzer

sindaco di Vallarsa

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