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GEOGRAFIE SUL PASUBIO
Narrare i luoghi e i popoli.
Scuola estiva di reportage.
Incontri, Passeggiate, Trekking
Terza edizione
MONTE PASUBIO, 18-21
LUGLIO 2019
Quattro giorni
dedicati al reportage con ospiti nazionali e internazionali, il tutto su un
luogo simbolo come il monte Pasubio: montagna frontiera per secoli tra Impero
d'Austria-Ungheria, Repubblica Veneziana prima e Regno d'Italia poi, scenario
di aspri scontri nella Grande Guerra. Oggi quel luogo di passaggi e battaglie
torna a essere crocevia di storie e idee. Tutti gli incontri avvengono in
quota, in luoghi che possono essere raggiunti a piedi e che prendono vita tra
le 12 e le 21 in varie part della montagna e nei rifugi alpini. Per i più
avventurosi c'è anche un trekking che collega in quattro giorni tutte le
location.
Tutti gli incontri
sono a partecipazione libera e gratuita.
Il progetto Geografie
sul Pasubio è organizzato dai Comuni montani del Pasubio (Posina, Terragnolo,
Trambileno, Vallarsa e Valli del Pasubio) e da Keller editore con la
partnership di “Internazionale” e il patrocinio di “Touring Club Italiano”.
Geografie sul Pasubio
(terza edizione, 2019) è un progetto sulle molte forme con cui si possono
raccontare i territori, i luoghi e ciò che contengono o li attraversano:
paesaggi, città, fiumi, persone, memorie, animali, nature, società, fatti
politici e storici, esistenze individuali...
Un modo per
confrontarsi con le vecchie e nuove geografie, quelle delle mappe e quelle
impalpabili e poco definibili che non si possono mettere su carta.
Tutto avviene attorno
e sopra un ampio massiccio – il Monte Pasubio – che si sviluppa tra Trentino e
Veneto in una alternanza di paesaggi, scenari naturali e sedimenti storici
molto forti. Ci si muove tra ampie distese dei pascoli alpini, malghe, verdi
scorci che d'improvviso lasciano il posto a un paesaggio lunare fortemente
segnato dalle memorie della Grande guerra. Qui si è combattuta una delle più
grandi battaglie di mina della Prima guerra mondiale ma il Monte Pasubio è
stato per molti decenni anche una montagna frontiera tra impero Austroungarico
e Regno d'Italia.
Lì tra i sentieri, i
rifugi alpini, le malghe e talvolta anche i paesi dei cinque comuni che
insistono sul massiccio prende forma un calendario di incontri e dialoghi, una
piccola scuola estiva di reportage che accoglie reporter e autori nazionali e
internazionali.
Tutto per piccoli
numeri, per persone curiose, disposte a usare testa e gambe per inseguire le
storie, le voci e i personaggi che possono dirci qualcosa che non conosciamo e
aprirci gli occhi.
Il Monte Pasubio si
trova a metà strada tra le città di Vicenza e Trento.
Tra gli ospiti delle passate edizioni
Francesca Melandri, Martin Pollack,
Roberto
Abbiati, Tino Mantarro, Antonella Tarpino, Stephan Orth, Karl Markus Gauss, Andrea
Pipino, Massimo Zamboni, Valerio Pellizzari, Giangi Milesi, Maurizio Peselj,
Sandro Orlando, Domenico Quirico, Burhan Ozbilici, Francesco Cataluccio, Marco
Ansaldo...
L'edizione
2019 porta sugli alpeggi, tra le abetaie e i lariceti ma anche sulle aree
lunari ancora segnate da trinceramenti e crateri di bombe ospiti provenienti da
varie parti d'Europa, e non solo. Tutti i luoghi degli incontri sono portatori
di significati e storie profonde.
Pur
iniziando il 18 luglio, Geografie sul Pasubio propone un'anteprima cittadina –
a Rovereto in Trentino – il 28
giugno con un incontro dedicato all'Armenia che si
svolge su un doppio binario. Il reporter Avedis Hadjian racconta la sua lunga ricerca dedicata agli
Armeni segreti della Turchia orientale Per
molto tempo si è ipotizzato che dopo i drammatici eventi del 1915 non fossero
rimasti armeni nella Turchia orientale, con i pochi sopravvissuti di fatto
assimilati come musulmani. In realtà alcuni sopravvissero nascondendo le
proprie origini per un intero secolo, altri invece, orfani, furono adottati da
turchi o curdi e scoprirono la propria “identità” solo in età adulta. Negli
ultimi anni, un numero crescente di “armeni segreti” è emerso dall’oblio
confrontandosi anche drammaticamente con le contraddizioni della Turchia di
oggi. Avedis Hadjian ha viaggiato per città e villaggi un tempo densamente
popolati da armeni imbattendosi in scoperte e raccogliendo storie incredibili
di sopravvivenza. Nella stessa sera, quasi in un viaggio parallelo, l'esperto di
vini Tommaso Iori racconta l'Armenia del vino – qui la leggenda vuole sia stata
piantata la prima vite da Noè – e come oggi il modo di vinificare di quei
luoghi sia fonte di innovazione per la viticoltura occidentale.
18/7/2019
Dopo l'anteprima del 28 giugno, il programma di Geografie
sul Pasubio entra nel vivo con il 18 luglio. Nella verde e selvaggia Valle di Terragnolo, che il trekking percorrerà nella sua lunghezza da
Rovereto alla località Il Masetto lungo il sentiero delle Teragnole, si
alternano due interventi di importanti studiosi entrambi però capaci di
entusiasmare il pubblico con la capacità di comunicare e affascinare.
Alle ore 17.30 (Località
Il Masetto) parlerà lo storico
Philipp Blom, nato ad Amburgo, con una formazione in
storia, filosofia e studi ebraici a Vienna e Oxford e ad oggi uno degli storici
di lingua tedesca più premiati, amati e tradotti con libri sul primo Novecento,
il periodo tra le due guerre mondiali, un affasinante e trasversale studio
sulla piccola era glaciale nel Settecento. Blom parlerà del suo ultimo lavoro
“Un viaggio italiano” trasportando tutti nel 1700. Guerre e malattie devastano
la Germania, un violinista dell'Algäu parte per un viaggio verso l'Italia.
Anche se non conosciamo il suo nome conosciamo però uno dei suoi strumenti: un
violino costruito secondo la tradizione della Germania del Sud e che
probabilmente è stato completato a Venezia. Philipp Blom è uno storico di
razza, uno di quelli che mette insieme tutto e ne tira fuori una narrazione
nuova e ci porta in quella rete di persone, beni e conoscenze che circolò in
Europa (e particolarmente tra Germania e Venezia) oltre tre secoli fa, il tutto
seguendo l'itinerario di un liutaio.
Simone Marchesi, dantista presso la Princeton University,
conduce invece i presenti in un altro tempo, nel Medioevo, alla scoperta di un
Dante cavaliere e militare che in un certo senso diventa reporter di guerra e
soprattutto che usa quella esperienza per la scrittura dell’Inferno: qui
infatti non solo trovano spazio i ricordi delle battaglie in cui si era trovato
Dante, ma la prima Cantica della Divina Commedia racconta essa stessa un
viaggio costellato di scontri, giostre, scaramucce, assedi, tutti momenti nei
quali l’immaginazione del poeta costruisce finzioni che ricordano ai lettori la
realtà della guerra. E questa è una realtà sempre amara per Dante, vista con
gli occhi non di un vincitore, ma con quelli di un reduce. Con gli occhi di chi
sa adottare – empatia rara – il punto di vista dei vinti. Località Il Masetto
di Terragnolo ore 21.
19/7/2019
Il 19 luglio alle ore 12, a Passo Borcola –
uno degli antichi posti di confine tra Imperso Austro-Ungarico e Regno d'Italia
– oggi caratterizzato da verdi pascoli e boschi, lo scrittore e reporter Tino Mantarro si occupa di Asia centrale tracciando un
itinerario di viaggio tra il Mar Caspio e la Cina. Un
viaggio tra gli Stan, nel cuore dell’Asia Centrale, vuoto geografico colmo di
stupore e di assurdità. Attratto dall’estetica dello sfascio post sovietico,
affascinato da una dimensione di desolata bellezza ricca di storie sepolte
nella polvere, tra persone ospitali e doganieri corrotti, imam all’acqua di
rose e mercanti svogliati, Tino Mantarro percorre quel che resta di un mondo un
tempo attraversato da orde di mongoli, conteso da russi e inglesi nel Grande
Gioco ottocentesco, e oggi, grazie agli investimenti cinesi, protagonista nella
nuova Via della Seta.
Alle ore 15.30 a Baita Campiglia, nel territorio di Valli del
Pasubio, Cecilia Rinaldini, inviata speciale della
redazione esteri della RAI affronta il tema della Gentrificazione e come si possa raccontare oggi la città da
questo particolare punto di vista. Appassionata di America Latina, Cecilia
Rinaldini ha seguito a lungo le lotte dei movimenti sociali per la difesa
dell’acqua come bene comune e delle risorse naturali ed energetiche, per la
sovranità alimentare e la giustizia sociale. E si è dedicata per anni alla
questione dei desaparecidos, in Argentina e non solo. Baita Campiglia si trova
all'imbocco della Strada delle 52 Gallerie del Pasubio, opera ingegneristica
militare spettacolare realizzata durante la Prima Guerra Mondiale trasformando
di fatto radicalmente un'area sconosciuta del Pasubio.
A
pochi chilometri da Baita Campiglia, a Posina, in una valle che ancora
ripropone – come tutte le altre attorno al Pasubio – le atmosfere di quella che
poteva essere la dura e impegnativa agricoltura montana a inizio Novecento
prende vita l'ultimo incontro della giornata (ore 20.30) dove il reporter e
viaggiatore ucraino Markyan Kamish
racconta i suoi viaggi
nella “Zona” proibita di Černobyl.
Nato nel 1988 due anni dopo il disastro, appartiene alla “generazione di
Chernobyl”.
Per
lui come per i suoi compagni la Zona – l’area interdetta per la contaminazione
nucleare e in cui è vietata qualsiasi presenza umana per un raggio di 30
chilometri tutt’attorno alla centrale – è diventata “una terra di pace,
congelata e fuori dal tempo”. Dal 2010, Markiyan Kamysh ha trascorso centinaia
di giorni esplorando la Zona, “annusando e toccando ogni detrito in questa
spazzatura, ogni frammento del passato”. Conosce i luoghi come le proprie
tasche e ci invita a scoprire “il posto più esotico del mondo”.
20/7/2019
Il 20 luglio (ore 12, Malga
Cosmajon di Sopra) ci si sposta sul versante meridionale del Pasubio in luoghi
che legano il proprio nome agli eventi drammatici della primavera del 1916,
l'epoca della cosiddetta Offensiva di Primavera. Nella conca di
Cosmajon/Cosmagnon oggi un incantevole susseguirsi di piccole aree prative e
distese di Pini mugo custoditi da due antiche e silenziose malghe un tempo
dedicate all'alpeggio, il reporter francese Raphael Krafft racconta
il viaggio dell’autunno 2015 sul confine franco-italiano delle Alpi Marittime,
nella zona tra Mentone e Ventimiglia, nel momento più caldo dei respingimenti
francesi dei migranti. Krafft, che aveva trascorso gli ultimi mesi a Parigi a
occuparsi della questione dei rifugiati e ha alle spalle vent’anni di viaggi e
di reportage sulle zone di frontiera – Gaza, Ramallah, Bagdad – decide di
attraversare il confine con “Satellite” e Adeel e raccontare tutto in un
reportage. L'itinerario che intraprendono con l’ascesa nel Parco del Mercantour
fino al Colle di Finestra (2474 m) e che collega la valle di Entracque, in
Italia, alla valle Vésubie, in Francia ricalca quello seguito nel Novecento da
tantissime persone che fuggivano attraverso l’Europa in cerca di speranza,
protezione e libertà: negli anni Venti, russi o armeni in fuga dalle
persecuzioni; dal 1922, esuli antifascisti; tra il 1933 e il 1934 ebrei della
Germania e dell’Europa centrale, e altre
vittime dell’Italia fascista; dopo il 1955, jugoslavi…
Alle ore 18, a Malga Pozze (rifugio Lancia), Nick Thorpe,
autore e inviato della BBC per l'Europa Centrale e Orientale propone un altro
viaggio. Questa volta lungo il corso di un vero e proprio fiume-continente come
è il Danubio. Il
magnifico Danubio percorre e collega l’Europa centrale, attraversando e
lambendo dieci Paesi: Romania, Ucraina, Moldova, Bulgaria, Serbia, Croazia,
Ungheria, Slovacchia, Austria e Germania. Nick Thorpe lo ha percorso per tutta
la sua lunghezza a ritroso dalla foce alla sorgente in un viaggio di un anno
che ci permette di scoprire l’Europa di oggi. Immergendosi nelle acque del
Danubio, Thorpe si immerge anche nelle storie delle terre unite dal fiume. Ne
osserva le condizioni ecologiche, si imbatte in resti archeologici che
raccontano di comunità legate al fiume da oltre ottomila anni. Ecco anche gli
incontri con persone ordinarie e straordinarie: traghettatori, pescatori,
lavoratori dei campi, commercianti, apicoltori, contrabbandieri e poliziotti di
confine, immigrati legali e illegali… Un degno compagnio di viaggio di Patrick
Leigh Fermor, Claudio Magris e Neal Ascherson.
L'incontro
è organizzato in collaborazione con la rivista “Internazionale”. Con Nick
Thorpe dialogherà Andrea Pipino, editor di Internazionale per l'Europa
centro-orientale.
Alla
sera (ore 19.30) il Rifugio
Lancia ospita invece Valerio Pellizzari,
storico inviato italiano, che nell'incontro “Aranciate per Tienanmen”
racconta alcune cose poco note ed episodi inediti dei drammatici eventi della
protesta degli studenti cinesi di ormai trent'anni fa. Inviato a Pechino
Pellizzari fu testimone diretto non solo della protesta studentesca ma anche
della sua soppressione decisa da quel potere silente e nascosto. La racconta
attraverso ricordi e immagini, in apparenza minori ma non secondari. Fra questi
la ricevuta con numero di protocollo e sigillo degli studenti dopo avere
offerto un po’ di dollari a quei giovani disidratati per dissetarsi con delle
aranciate. Dopo un dialogo surreale i responsabili della rivolta, che volevano
intestare ingenuamente e scrupolosamente quel pezzo di carta al nome e cognome
del donatore, si arresero pensando alla polizia. Alla fine, in mezzo agli
ideogrammi, ripiegarono sul più generico mister freedom in inglese, qualifica
di cui il destinatario va molto orgoglioso.
Quella
ricevuta è l’occasione per un vero e proprio salto nel tempo e per guardare
alla Cina di ieri e di oggi tra rotture e continuità.
21/7/2019
La giornata conclusiva del 21 luglio si sviluppa sugli
alpeggi di alta quota che uniscono il Rifugio Lancia e malga Valli,
punteggiati da caratteristiche minuscole strutture in pietra usate dai
contadini per la fienagione estiva.
Lì
alle ore 12 (Partenza del Filo, Pazul) Małgorzata Rejmer
(classe 1985), una delle più interessanti e premiate reporter polacche del
momento ci propone un viaggio in una terra vicinissima eppure poco conosciuta
come l'Albania che sta vivendo proprio in questi giorni alcuni dei suoi momenti
più drammatici.
“Splendidi
giorni di attendono” è il titolo del nuovo libro di questa potente e nuova voce
del reportage internazionale ed è anche un ben noto slogan comunista, e oggi è
usato dal governo di Edi Rama in carica in Albania. Stando a recenti sondaggi,
gli albanesi si sono posizionati come il popolo più infelice d’Europa (se non
si considera i paesi ex sovietici, perchè in quel caso in testa svetterebbe
l’Ucraina). Il 62% degli adulti pensa all’emigrazione e il 79% dei più giovani
potrebbe lasciare l’Albania in qualsiasi momento e per sempre. È la percentuale
statistica più alta d’Europa, paragonabile solo con la Liberia e Haiti. E in
Albania non c’è la guerra, nemmeno epidemie o disastri naturali. In che modo
queste statistiche riflettono la realtà? Sapendo che l’Albania è in una
profonda crisi, potremmo chiederci: che cosa accadrà dopo?
A concludere la quattro giorni di incontri sarà infine
Martin Pollack (malga Valli, ore 14.30), una
delle voci più importanti del reportage di lingua tedesca di questi anni,
recentemente premiato con il Johann Heinrich Merck Preis (2018),
l’Österreichischer Staatspreis für Kulturpublizistik (2018). Il suo lavoro
sulla connessione tra il paesaggio e i drammartici eventi storici della Seconda
guerra mondiale, della nascita e sviluppo del nazismo all'interno di ambiti
famigliari dell'arco alpino e ancora del rapporto tutt'ora irrisolto di una
parte dell'Europa con la memoria degli anni Quaranta lo hanno reso una voce
importante e illuminante.
Tutti
gli incontri sono a partecipazione gratuita ma richiedono ai partecipanti il
raggiungimento a piedi dei luoghi d'incontro.
IL PROGRAMMA PUÒ SUBIRE VARIAZIONI.
SI CONSIGLIA DI CONSULTARE IL SITO WEB DELL'EVENTO O LA
PAGINA FB PER GLI ULTIMI AGGIORNAMENTI SUGLI INCONTRI PRIMA DI PARTIRE PER I
LUOGHI DELLE PRESENTAZIONI
Le
distanze e gli itinerari – tutti su sentieri di tipo escursionistico, quindi
non richiedono specifiche competenze alpinistiche – saranno indicati sul sito www.geografiesulpasubio.it e
sono varie.
Per i
più avventurosi è proposto il Trekking di Geografie, una 4 giorni di cammino
che lega tutti i luoghi degli incontri. Il trekking di quattro giorni al
momento non ha più posti disponibili.