mercoledì 10 luglio 2019

Geografie sul Pasubio


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GEOGRAFIE SUL PASUBIO
Narrare i luoghi e i popoli.
Scuola estiva di reportage.
Incontri, Passeggiate, Trekking

Terza edizione
 
MONTE PASUBIO, 18-21 LUGLIO 2019






 
Quattro giorni dedicati al reportage con ospiti nazionali e internazionali, il tutto su un luogo simbolo come il monte Pasubio: montagna frontiera per secoli tra Impero d'Austria-Ungheria, Repubblica Veneziana prima e Regno d'Italia poi, scenario di aspri scontri nella Grande Guerra. Oggi quel luogo di passaggi e battaglie torna a essere crocevia di storie e idee. Tutti gli incontri avvengono in quota, in luoghi che possono essere raggiunti a piedi e che prendono vita tra le 12 e le 21 in varie part della montagna e nei rifugi alpini. Per i più avventurosi c'è anche un trekking che collega in quattro giorni tutte le location.
Tutti gli incontri sono a partecipazione libera e gratuita.
 
Il progetto Geografie sul Pasubio è organizzato dai Comuni montani del Pasubio (Posina, Terragnolo, Trambileno, Vallarsa e Valli del Pasubio) e da Keller editore con la partnership di “Internazionale” e il patrocinio di “Touring Club Italiano”.

Geografie sul Pasubio (terza edizione, 2019) è un progetto sulle molte forme con cui si possono raccontare i territori, i luoghi e ciò che contengono o li attraversano: paesaggi, città, fiumi, persone, memorie, animali, nature, società, fatti politici e storici, esistenze individuali...
Un modo per confrontarsi con le vecchie e nuove geografie, quelle delle mappe e quelle impalpabili e poco definibili che non si possono mettere su carta.

Tutto avviene attorno e sopra un ampio massiccio – il Monte Pasubio – che si sviluppa tra Trentino e Veneto in una alternanza di paesaggi, scenari naturali e sedimenti storici molto forti. Ci si muove tra ampie distese dei pascoli alpini, malghe, verdi scorci che d'improvviso lasciano il posto a un paesaggio lunare fortemente segnato dalle memorie della Grande guerra. Qui si è combattuta una delle più grandi battaglie di mina della Prima guerra mondiale ma il Monte Pasubio è stato per molti decenni anche una montagna frontiera tra impero Austroungarico e Regno d'Italia.
Lì tra i sentieri, i rifugi alpini, le malghe e talvolta anche i paesi dei cinque comuni che insistono sul massiccio prende forma un calendario di incontri e dialoghi, una piccola scuola estiva di reportage che accoglie reporter e autori nazionali e internazionali.
Tutto per piccoli numeri, per persone curiose, disposte a usare testa e gambe per inseguire le storie, le voci e i personaggi che possono dirci qualcosa che non conosciamo e aprirci gli occhi.
Il Monte Pasubio si trova a metà strada tra le città di Vicenza e Trento.

Tra gli ospiti delle passate edizioni Francesca Melandri, Martin Pollack,
Roberto Abbiati, Tino Mantarro, Antonella Tarpino, Stephan Orth, Karl Markus Gauss, Andrea Pipino, Massimo Zamboni, Valerio Pellizzari, Giangi Milesi, Maurizio Peselj, Sandro Orlando, Domenico Quirico, Burhan Ozbilici, Francesco Cataluccio, Marco Ansaldo...

L'edizione 2019 porta sugli alpeggi, tra le abetaie e i lariceti ma anche sulle aree lunari ancora segnate da trinceramenti e crateri di bombe ospiti provenienti da varie parti d'Europa, e non solo. Tutti i luoghi degli incontri sono portatori di significati e storie profonde.




Pur iniziando il 18 luglio, Geografie sul Pasubio propone un'anteprima cittadina – a Rovereto in Trentino – il 28 giugno con un incontro dedicato all'Armenia che si svolge su un doppio binario. Il reporter Avedis Hadjian racconta la sua lunga ricerca dedicata agli Armeni segreti della Turchia orientale Per molto tempo si è ipotizzato che dopo i drammatici eventi del 1915 non fossero rimasti armeni nella Turchia orientale, con i pochi sopravvissuti di fatto assimilati come musulmani. In realtà alcuni sopravvissero nascondendo le proprie origini per un intero secolo, altri invece, orfani, furono adottati da turchi o curdi e scoprirono la propria “identità” solo in età adulta. Negli ultimi anni, un numero crescente di “armeni segreti” è emerso dall’oblio confrontandosi anche drammaticamente con le contraddizioni della Turchia di oggi. Avedis Hadjian ha viaggiato per città e villaggi un tempo densamente popolati da armeni imbattendosi in scoperte e raccogliendo storie incredibili di sopravvivenza. Nella stessa sera, quasi in un viaggio parallelo, l'esperto di vini Tommaso Iori racconta l'Armenia del vino – qui la leggenda vuole sia stata piantata la prima vite da Noè – e come oggi il modo di vinificare di quei luoghi sia fonte di innovazione per la viticoltura occidentale.

18/7/2019
Dopo l'anteprima del 28 giugno, il programma di Geografie sul Pasubio entra nel vivo con il 18 luglio. Nella verde e selvaggia Valle di Terragnolo, che il trekking percorrerà nella sua lunghezza da Rovereto alla località Il Masetto lungo il sentiero delle Teragnole, si alternano due interventi di importanti studiosi entrambi però capaci di entusiasmare il pubblico con la capacità di comunicare e affascinare.
Alle ore 17.30 (Località Il Masetto) parlerà lo storico Philipp Blom, nato ad Amburgo, con una formazione in storia, filosofia e studi ebraici a Vienna e Oxford e ad oggi uno degli storici di lingua tedesca più premiati, amati e tradotti con libri sul primo Novecento, il periodo tra le due guerre mondiali, un affasinante e trasversale studio sulla piccola era glaciale nel Settecento. Blom parlerà del suo ultimo lavoro “Un viaggio italiano” trasportando tutti nel 1700. Guerre e malattie devastano la Germania, un violinista dell'Algäu parte per un viaggio verso l'Italia. Anche se non conosciamo il suo nome conosciamo però uno dei suoi strumenti: un violino costruito secondo la tradizione della Germania del Sud e che probabilmente è stato completato a Venezia. Philipp Blom è uno storico di razza, uno di quelli che mette insieme tutto e ne tira fuori una narrazione nuova e ci porta in quella rete di persone, beni e conoscenze che circolò in Europa (e particolarmente tra Germania e Venezia) oltre tre secoli fa, il tutto seguendo l'itinerario di un liutaio.
Simone Marchesi, dantista presso la Princeton University, conduce invece i presenti in un altro tempo, nel Medioevo, alla scoperta di un Dante cavaliere e militare che in un certo senso diventa reporter di guerra e soprattutto che usa quella esperienza per la scrittura dell’Inferno: qui infatti non solo trovano spazio i ricordi delle battaglie in cui si era trovato Dante, ma la prima Cantica della Divina Commedia racconta essa stessa un viaggio costellato di scontri, giostre, scaramucce, assedi, tutti momenti nei quali l’immaginazione del poeta costruisce finzioni che ricordano ai lettori la realtà della guerra. E questa è una realtà sempre amara per Dante, vista con gli occhi non di un vincitore, ma con quelli di un reduce. Con gli occhi di chi sa adottare – empatia rara – il punto di vista dei vinti. Località Il Masetto di Terragnolo ore 21.

19/7/2019
Il 19 luglio alle ore 12, a Passo Borcola – uno degli antichi posti di confine tra Imperso Austro-Ungarico e Regno d'Italia – oggi caratterizzato da verdi pascoli e boschi, lo scrittore e reporter Tino Mantarro si occupa di Asia centrale tracciando un itinerario di viaggio tra il Mar Caspio e la Cina. Un viaggio tra gli Stan, nel cuore dell’Asia Centrale, vuoto geografico colmo di stupore e di assurdità. Attratto dall’estetica dello sfascio post sovietico, affascinato da una dimensione di desolata bellezza ricca di storie sepolte nella polvere, tra persone ospitali e doganieri corrotti, imam all’acqua di rose e mercanti svogliati, Tino Mantarro percorre quel che resta di un mondo un tempo attraversato da orde di mongoli, conteso da russi e inglesi nel Grande Gioco ottocentesco, e oggi, grazie agli investimenti cinesi, protagonista nella nuova Via della Seta.

Alle ore 15.30 a Baita Campiglia, nel territorio di Valli del Pasubio, Cecilia Rinaldini, inviata speciale della redazione esteri della RAI affronta il tema della Gentrificazione e come si possa raccontare oggi la città da questo particolare punto di vista. Appassionata di America Latina, Cecilia Rinaldini ha seguito a lungo le lotte dei movimenti sociali per la difesa dell’acqua come bene comune e delle risorse naturali ed energetiche, per la sovranità alimentare e la giustizia sociale. E si è dedicata per anni alla questione dei desaparecidos, in Argentina e non solo. Baita Campiglia si trova all'imbocco della Strada delle 52 Gallerie del Pasubio, opera ingegneristica militare spettacolare realizzata durante la Prima Guerra Mondiale trasformando di fatto radicalmente un'area sconosciuta del Pasubio.

A pochi chilometri da Baita Campiglia, a Posina, in una valle che ancora ripropone – come tutte le altre attorno al Pasubio – le atmosfere di quella che poteva essere la dura e impegnativa agricoltura montana a inizio Novecento prende vita l'ultimo incontro della giornata (ore 20.30) dove il reporter e viaggiatore ucraino Markyan Kamish racconta i suoi viaggi nella “Zona” proibita di Černobyl. Nato nel 1988 due anni dopo il disastro, appartiene alla “generazione di Chernobyl”.
Per lui come per i suoi compagni la Zona – l’area interdetta per la contaminazione nucleare e in cui è vietata qualsiasi presenza umana per un raggio di 30 chilometri tutt’attorno alla centrale – è diventata “una terra di pace, congelata e fuori dal tempo”. Dal 2010, Markiyan Kamysh ha trascorso centinaia di giorni esplorando la Zona, “annusando e toccando ogni detrito in questa spazzatura, ogni frammento del passato”. Conosce i luoghi come le proprie tasche e ci invita a scoprire “il posto più esotico del mondo”.

20/7/2019
Il 20 luglio (ore 12, Malga Cosmajon di Sopra) ci si sposta sul versante meridionale del Pasubio in luoghi che legano il proprio nome agli eventi drammatici della primavera del 1916, l'epoca della cosiddetta Offensiva di Primavera. Nella conca di Cosmajon/Cosmagnon oggi un incantevole susseguirsi di piccole aree prative e distese di Pini mugo custoditi da due antiche e silenziose malghe un tempo dedicate all'alpeggio, il reporter francese Raphael Krafft racconta il viaggio dell’autunno 2015 sul confine franco-italiano delle Alpi Marittime, nella zona tra Mentone e Ventimiglia, nel momento più caldo dei respingimenti francesi dei migranti. Krafft, che aveva trascorso gli ultimi mesi a Parigi a occuparsi della questione dei rifugiati e ha alle spalle vent’anni di viaggi e di reportage sulle zone di frontiera – Gaza, Ramallah, Bagdad – decide di attraversare il confine con “Satellite” e Adeel e raccontare tutto in un reportage. L'itinerario che intraprendono con l’ascesa nel Parco del Mercantour fino al Colle di Finestra (2474 m) e che collega la valle di Entracque, in Italia, alla valle Vésubie, in Francia ricalca quello seguito nel Novecento da tantissime persone che fuggivano attraverso l’Europa in cerca di speranza, protezione e libertà: negli anni Venti, russi o armeni in fuga dalle persecuzioni; dal 1922, esuli antifascisti; tra il 1933 e il 1934 ebrei della Germania e  dell’Europa centrale, e altre vittime dell’Italia fascista; dopo il 1955, jugoslavi…

Alle ore 18, a Malga Pozze (rifugio Lancia), Nick Thorpe, autore e inviato della BBC per l'Europa Centrale e Orientale propone un altro viaggio. Questa volta lungo il corso di un vero e proprio fiume-continente come è il Danubio. Il magnifico Danubio percorre e collega l’Europa centrale, attraversando e lambendo dieci Paesi: Romania, Ucraina, Moldova, Bulgaria, Serbia, Croazia, Ungheria, Slovacchia, Austria e Germania. Nick Thorpe lo ha percorso per tutta la sua lunghezza a ritroso dalla foce alla sorgente in un viaggio di un anno che ci permette di scoprire l’Europa di oggi. Immergendosi nelle acque del Danubio, Thorpe si immerge anche nelle storie delle terre unite dal fiume. Ne osserva le condizioni ecologiche, si imbatte in resti archeologici che raccontano di comunità legate al fiume da oltre ottomila anni. Ecco anche gli incontri con persone ordinarie e straordinarie: traghettatori, pescatori, lavoratori dei campi, commercianti, apicoltori, contrabbandieri e poliziotti di confine, immigrati legali e illegali… Un degno compagnio di viaggio di Patrick Leigh Fermor, Claudio Magris e Neal Ascherson.
L'incontro è organizzato in collaborazione con la rivista “Internazionale”. Con Nick Thorpe dialogherà Andrea Pipino, editor di Internazionale per l'Europa centro-orientale.
Alla sera (ore 19.30) il Rifugio Lancia ospita invece Valerio Pellizzari, storico inviato italiano, che nell'incontro “Aranciate per Tienanmen” racconta alcune cose poco note ed episodi inediti dei drammatici eventi della protesta degli studenti cinesi di ormai trent'anni fa. Inviato a Pechino Pellizzari fu testimone diretto non solo della protesta studentesca ma anche della sua soppressione decisa da quel potere silente e nascosto. La racconta attraverso ricordi e immagini, in apparenza minori ma non secondari. Fra questi la ricevuta con numero di protocollo e sigillo degli studenti dopo avere offerto un po’ di dollari a quei giovani disidratati per dissetarsi con delle aranciate. Dopo un dialogo surreale i responsabili della rivolta, che volevano intestare ingenuamente e scrupolosamente quel pezzo di carta al nome e cognome del donatore, si arresero pensando alla polizia. Alla fine, in mezzo agli ideogrammi, ripiegarono sul più generico mister freedom in inglese, qualifica di cui il destinatario va molto orgoglioso.
Quella ricevuta è l’occasione per un vero e proprio salto nel tempo e per guardare alla Cina di ieri e di oggi tra rotture e continuità.

21/7/2019
La giornata conclusiva del 21 luglio si sviluppa sugli alpeggi di alta quota che uniscono il Rifugio Lancia e malga Valli, punteggiati da caratteristiche minuscole strutture in pietra usate dai contadini per la fienagione estiva.
Lì alle ore 12 (Partenza del Filo, Pazul) Małgorzata Rejmer (classe 1985), una delle più interessanti e premiate reporter polacche del momento ci propone un viaggio in una terra vicinissima eppure poco conosciuta come l'Albania che sta vivendo proprio in questi giorni alcuni dei suoi momenti più drammatici.
“Splendidi giorni di attendono” è il titolo del nuovo libro di questa potente e nuova voce del reportage internazionale ed è anche un ben noto slogan comunista, e oggi è usato dal governo di Edi Rama in carica in Albania. Stando a recenti sondaggi, gli albanesi si sono posizionati come il popolo più infelice d’Europa (se non si considera i paesi ex sovietici, perchè in quel caso in testa svetterebbe l’Ucraina). Il 62% degli adulti pensa all’emigrazione e il 79% dei più giovani potrebbe lasciare l’Albania in qualsiasi momento e per sempre. È la percentuale statistica più alta d’Europa, paragonabile solo con la Liberia e Haiti. E in Albania non c’è la guerra, nemmeno epidemie o disastri naturali. In che modo queste statistiche riflettono la realtà? Sapendo che l’Albania è in una profonda crisi, potremmo chiederci: che cosa accadrà dopo?

A concludere la quattro giorni di incontri sarà infine Martin Pollack (malga Valli, ore 14.30), una delle voci più importanti del reportage di lingua tedesca di questi anni, recentemente premiato con il Johann Heinrich Merck Preis (2018), l’Österreichischer Staatspreis für Kulturpublizistik (2018). Il suo lavoro sulla connessione tra il paesaggio e i drammartici eventi storici della Seconda guerra mondiale, della nascita e sviluppo del nazismo all'interno di ambiti famigliari dell'arco alpino e ancora del rapporto tutt'ora irrisolto di una parte dell'Europa con la memoria degli anni Quaranta lo hanno reso una voce importante e illuminante.

Tutti gli incontri sono a partecipazione gratuita ma richiedono ai partecipanti il raggiungimento a piedi dei luoghi d'incontro.

IL PROGRAMMA PUÒ SUBIRE VARIAZIONI.
SI CONSIGLIA DI CONSULTARE IL SITO WEB DELL'EVENTO O LA PAGINA FB PER GLI ULTIMI AGGIORNAMENTI SUGLI INCONTRI PRIMA DI PARTIRE PER I LUOGHI DELLE PRESENTAZIONI

Le distanze e gli itinerari – tutti su sentieri di tipo escursionistico, quindi non richiedono specifiche competenze alpinistiche – saranno indicati sul sito www.geografiesulpasubio.it e sono varie.
Per i più avventurosi è proposto il Trekking di Geografie, una 4 giorni di cammino che lega tutti i luoghi degli incontri. Il trekking di quattro giorni al momento non ha più posti disponibili.