giovedì 6 settembre 2018

Geografie sul Pasubio


Geografie sul Pasubio
Narrare i luoghi e i popoli


Dopo l'entusiasmante esperienza dello scorso anno anche nel 2018 è tornata Geografie sul Pasubio con una seconda edizione ancora più ricca di incontri con reporter, scrittori, intellettuali e viaggiatori nazionali e internazionali.
Un progetto che vede la collaborazione tra i Comuni del Pasubio (Posina, Terragnolo, Trambileno, Vallarsa e Valli del Pasubio) e Keller editore e si propone di trasformare una montagna di confine e scontro (quello della Grande Guerra) in luogo di ascolto e scoperta del mondo. Un luogo che torna ad essere confine simbolico attraverso il quale si muovono storie, libri e testimonianze da tutto il mondo.
Al centro di tutto il tema del reportage narrativo e il racconto di luoghi e popoli – oltre che di temi importanti del presente – grazie allo sguardo e alla penna di importanti nomi del giornalismo e della cultura italiana e internazionale.

Due anteprime si sono svolte domenica 15 luglio: a Malga Borcola Francesca Melandri ha raccontato il suo romanzo “Sangue giusto” e  Roberto Abbiati che ha parlato del drammatico episodio di Debra Libanos, una delle pagine più buie dell'Italia coloniale.

Il trekking dal 19 al 22 luglio è partito da malga Campiglia e attraversato la montagna attraverso i rifugi Papa e Lancia per terminare a Malga Valli e ha permesso ai partecipanti di stare a tu per tu con i relatori al di là degli interventi in una vera e propria scuola estiva di reportage parlando di Corea del Nord, di Italia coloniale, dei grandi fiumi e canali come nuove strade per viaggiatori e ancora delle antiche vie riscoperte dai turisti/camminatori, di reportage di guerra, di Yemen, Siria, Afghanistan senza dimenticare l'Europa centrale e orientale di cui si è parlato con Andrea Pipino – editor di Internazionale per l'Europa centro-orientale –. Si è osservato anche il couchsurfing – viaggiare chiedendo ospitalità sui divani - come nuovo modo per fare reportage specialmente in territori di difficile comprensione come Iran o Russia con Stephan Orth.


Antonella Tarpino ha parlato di “Paesaggio fragile. La montagna pur nella sua grandezza è in realtà un paesaggio fragile perché è relegato nell’ombra, segnato dalle trame antiche del lavoro e dell’abitare che nel tempo sono state cancellate, dimenticate o stanno scomparendo. Memorie potenti da raccontare per ripensare il futuro di tanta parte del Paese”.
Tino Mantarro, reporter per la rivista del Touring, ha raccontato cosa significhi occuparsi di viaggio, diventare punto di riferimento per viaggiatori e riuscire a mantenere l'onestà del racconto nonostante le insidie del marketing.
Massimo Zamboni, noto ai più per la sua carriera di musicista tra CCCP, CSI, ha presentato il libro – di cui è autore con Vasco Brondi - “Anime galleggianti. L'Italia vista da un canale”.
Un grande intellettuale europeo Karl-Markus Gauß a Malga Zocchi, ha parlato de “I margini dell'Europa”.
Al Rifugio Lancia Valerio Pellizzari, grande reporter italiano, ha dialogato di Corea del Nord con Giangi Milesi, direttore il CESVI. Maurizio Peselj, geologo e “cercatore d'acqua” per la Croce Rossa Internazionale di Ginevra ha raccontato del suo lavoro in Afghanistan, Sudan, Libano e Yemen.
Sui parti del Pazul Tino Mantarro e Sandro Orlando (pagine viaggi di RCS) hanno parlato di Antiche vie ora diventate punto di riferimento per viaggiatori e turisti e di come si possa “Raccontare la natura”. A chiudere giornata e Geografie sul Pasubio Domenico Quirico, reporter di guerra vincitore del Premio Tiziano Terzani, ha parlato di come si possa o si debba scrivere oggi di drammi e guerra.



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