mercoledì 16 agosto 2017

Geografie sul Pasubio


La montagna e il reportage

Il Pasubio è un massiccio dai molti volti e come tutti i volti porta i segni dalla propria natura e della propria storia. Potremmo pensare a tutto questo come a una definizione di paesaggio nel suo senso più ampio: ciò che resta del sedimento di secoli, di vite e generazioni, di lavoro, di rapporto con la natura e la montagna, di tenace conquista di appezzamenti coltivabili e di “passaggi” talvolta cruenti della storia.
Il Pasubio è elemento di separazione e unione. Antico confine tra Impero Austroungarico e Regno d'Italia è oggi confine amministrativo tra Trentino – Alto Adige e Veneto, ma questa montagna è anche luogo di passaggio e comunicazione ed elemento che unisce i territori di paesi e comuni che insistono sulle sue pendici e che da sempre hanno codificato comportamenti sociali ed economici simili per convivere e sopravvivere nella vita della montagna.
Il Pasubio è una terra alta che ha anche vissuto il dramma di tanti altri luoghi montani del nostro Paese. Dalle cime infatti non scorre a valle solo l'acqua o il legname, ma col tempo anche le genti (e  i loro saperi) hanno seguito la stessa sorte dei torrenti e hanno lasciato i paesi per le città e i poli industriali della pianura. Un fenomeno diffuso ovunque e spesso pure raccontato basti pensare a “Il popolo che manca” di Nuto Revelli.
Sono tante le cose che la montagna ha ceduto alla pianura (in Italia la percentuale di territorio collinare e montano è quasi dell'80%) e forse, tra le cose che la montagna può riconquistare c'è quella di essere un luogo di “elezione e selezione” anche di esperienze culturali nuove e innovative, di sperimentazioni di rapporti diversi con i luoghi, le persone e la memoria.


Geografie sul Pasubio vuole essere questo. Un piccolo progetto sulle molte forme con cui si possono raccontare i territori, i luoghi e ciò che contengono o li attraversano: paesaggi, città, fiumi, persone, memorie, animali, nature...
Un modo per confrontarsi con le vecchie e nuove geografie, quelle delle mappe e quelle impalpabili e poco definibili che non si possono mettere su carta.
Raccontare da un lato quello che è la montagna, quella meno nota al turismo di massa, con la sua identità e la sua storia e dall'altro lato trasformarla anche in luogo privilegiato per accogliere narrazioni di altri luoghi, altri paesaggi, altre società...
Il tutto fatto con i linguaggi del reportage, portando fisicamente la gente e gli appassionati a conoscere “le terre alte” e offrire loro spunti per conoscere altri luoghi. Così tra i sentieri, i rifugi alpini, le malghe ma anche i paesi dei cinque comuni del Pasubio ha preso forma un calendario di eventi, un ciclo di proiezioni e una piccola scuola estiva di reportage e narrazione. Il tutto per piccoli numeri, per persone curiose, disposte a usare testa e gambe per inseguire le storie, le voci e i personaggi che possono dirci qualcosa che non conosciamo e aprirci gli occhi.
È stato così ideato un percorso di incontri unito da un trekking che partendo dal comune di Terragnolo (Malga Bisorte) ha toccato quello di Trambileno e Vallarsa (malga Zocchi, Rifugio Lancia, malga Boffetal) e Valli del Pasubio (Rifugio Papa) mentre Posina si è raccontata con un itinerario tra gli antichi castagni assieme a un grande esperto d'alberi come Tiziano Fratus.


Nei quattro giorni di trekking i partecipanti – provenienti da tutto il nord e centro Italia – hanno camminato insieme a giornalisti e scrittori ed hanno incontrato nei vari rifugi e malge altri personaggi che hanno portato la propria esperienza di reporter. Il tutto con uno sguardo capace di mettere insieme il vicino e il lontano, il locale e il globale in un continuo gioco di rimandi a volte serio a volte giocoso.
Il progetto promosso dai cinque Comuni del Pasubio (Posina, Terragnolo, Trambileno, Vallarsa, Valli del Pasubio) in collaborazione con Keller editore ha proposto una selezione di ospiti di primissimo piano: il grande fotoreporter turco Burhan Ozbilici, fresco vincitore del World Press Photo 2017, Valerio Pellizzari storico inviato del giornalismo italiano sui più caldi fronti degli ultimi decenni; Francesco Cataluccio che ha parlato della scuola di reportage polacca e degli eredi di Ryszard Kapuściński; Marco Ansaldo inviato di Repubblica per la Turchia, Vaticanista e docente di Giornalismo Estero alla LUISS di Roma; Martin Pollack uno dei maggiori scrittori e reporter dell’Europa centro-orientale e Sandro Orlando – reporter e giornalista per il gruppo RCS e viaggiatore di lungo corso – che ha raccontato il reportage di viaggio. Tra gli altri ospiti anche l'attore Roberto Abbiati che ha collaborato con il programma Viaggio nell’Italia del Giro della RAI che ha raccontato in modo nuovo e diverso la provincia del nostro Paese. Con lui si è scoperto come “Portare a casa l'insolito” quando si viaggia. A completare il ciclo di incontri anche  il racconto dell'esperienza pluriennale dell'Atlante delle guerre con il giornalista Raffaele Crocco.


Sin da subito il progetto ha suscitato l'interesse delle testate nazionali che hanno dedicato di propria iniziativa ampio spazio alla proposta. Il Touring Club ha inserito la notizia in risalto nel proprio mensile, ha mandato una newsletter ai propri associati mentre La Repubblica ha chiesto in esclusiva un testo di Martin Pollack sull'intervento che avrebbe tenuto a Geografie del Pasubio riservandogli una pagina intera nell'inserto Robinson di domenica 2 luglio. Ne hanno parlato ovviamente anche le testate regionali di Trentino e Veneto e anche Radio 3 Rai con un collegamento in diretta da Fahrenheit il 13 luglio dal Rifugio Papa sul monte Pasubio il terzo giorno di Trekking. Importanti festival e premi come il festival Vicino/Lontano e il Premio Terzani hanno promosso e fatto conoscere l'idea.

Tutti i partecipanti al trekking così come i giornalisti e gli ospiti hanno manifestato la volontà di partecipare a nuove proposte auspicando una nuova edizione, trovando il tutto ben organizzato e soprattutto nuovo e estremamente interessante.

A completare la proposta di Geografie sul Pasubio anche un ciclo di proiezioni intitolato Luci sul Pasubio, progettato con la collaborazione di Nuovo Cineforum Rovereto. Da diversi anni ormai i cinema di paese hanno chiuso i battenti, ma la voglia di vedere un film insieme non si è estinta. Luci sul Pasubio è una scommessa sul potere del cinema di riunire una comunità attorno a delle storie in cui il paesaggio è diventato un personaggio. Due appuntamenti estivi sono stati proposti nel forte di Pozzacchio e a forte Maso mentre in autunno prenderanno vita altre otto serate.
Per maggiori informazioni è possibile visitare il

giovedì 3 agosto 2017

Un successo il corso di formazione sui muri a secco



A luglio in Vallarsa si è svolto il corso di formazione per la realizzazione di muri a secco.
Sono stati oltre 30 le persone che hanno partecipato al percorso «Muri a secco di primo livello», molti i valligiani e anche qualcuno arrivato da lontano.
Tutti hanno partecipato alle due serate  - aperte al pubblico di teoria - in cui è stata raccontata la cultura della pietra a secco nei suoi aspetti tecnici e normativi con esempi di recupero e valorizzazione del territorio terrazzato in Trentino. 
In tre calde giornate poi sotto l’occhio vigile degli insegnanti si è svolta la parte pratica in cantiere con la costruzione di un muro a secco. L’obbiettivo era quello di fornire strumenti per riappropriarsi delle tecniche di costruzione dei muri a secco quale occasione per recuperare un aspetto dell'identità territoriale. 

Promotore del corso il Comune di Vallarsa, organizzazione di Accademia della Montagna della Trentino School of Management.