martedì 26 aprile 2016

Lavoro: in fase di avvio la cava in Val delle Prigioni

Sono iniziati nei giorni scorsi i lavori di preparazione del cantiere della cava di ghiaia in Val delle Prigioni. Dopo diversi anni in cui sono state ottenute autorizzazioni e pareri da parte dei servizi provinciali competenti, superate le valutazioni di impatto ambientale e dopo aver fatto i diversi approfondimenti necessari a garantire la massima attenzione dal punto geologico e ambientale, nei mesi scorsi è stata fatta la gara di appalto vinta dalla ditta Grotto calcestruzzi s.r.l. di Malo (VI).




Ora la ruspa è stata portata nella zona di scavo. La cava interesserà una piccola parte di detriti all'imbocco della Val delle Prigioni, tra il ponte sulla SS46 e la prima briglia del torrente. La fase preliminare prevede la sistemazione dell'imbocco sulla strada provinciale in modo da garantire la sicurezza quando escono i camion. Successivamente si procederà allo scavo dei detriti.
La concessione della cava, intestata al Comune di Vallarsa, garantirà con un minimo disagio per i censiti, un'entrata sicura per diversi anni, necessaria di questi tempi per garantire la copertura delle spese correnti necessarie a garantire i servizi di base. La cava è situata in un'area distante dai paesi, che arreca il minimo disagio dal punto di vista del rumore, della polvere e del traffico. In una zona pietrosa come la Val delle Prigioni l'intervento non presenterà grossi impatti visivi e ambientali. Inoltre, l'arrivo di una impresa in Vallarsa potrebbe avere anche qualche ricaduta positiva per il futuro. Già in questa fase l'impresa che ha preso in appalto la cava ha assunto del personale di Vallarsa per la sua coltivazione.




1 commento:

  1. CHE AUTENTICA SCHIFEZZA !!! STANNO DISTRUGGENDO UN VERO PARADISO NATURALE CHE L'EUROPA STA DIFENDENDO CHIAMANDOLI SITI DI IMPORTANZA COMUNITARIA OVVEROSIA BIOTOPI !!! VERGOGNA VERGOGNA VERGOGNA !!! L'anno scorso nel tentativo di salvare il salvabile avevo informato tante delle Autorità preposte in Trentino compreso il Corpo Forestale dello Stato che in quel sito erano presenti decine di colonie di diverse specie di farfalle molto rare e localizzate come la Erebia triaria, la Erebia styria, la Melitaea diamina, la Pararge petropolitana ecc ecc che si sarebbe andati inesorabilmente ad estinguere ... ma a quanto pare il Dio denaro prevale su tutto e sotto l'indifferenza di tanti stanno compiendo un danno irreparabile che priverà tutta la comunità di un tesoro inestimabile !!! VERGOGNA VERGOGNA VERGOGNA !!! Giancarlo Paglia Presidente Museo naturalistico nel Regno della Farfalle di Schio VI

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